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Avvenire - L’imprenditore. «Contratti più rigidi fanno perdere appalti»

03/08/2018 19:27

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Testate Giornalistiche,

Avvenire - L’imprenditore. «Contratti più rigidi fanno perdere appalti»

3 agosto 2018CATERINA MACONIMILANO«Temo che il decreto Dignità porterà più precariato, meno lavoro e una valanga di contratti di 12 mesi».Davide Possi

 

 

 

 

 

 

 

3 agosto 2018

CATERINA MACONI
MILANO


«Temo che il decreto Dignità porterà più precariato, meno lavoro e una valanga di contratti di 12 mesi».
Davide Possi è il managing director di Piramis Group, azienda da lui co-fondata attiva nel campo dei servizi alle tlc con 38 sedi e 42 store in
tutta Italia e un totale di 350 dipendenti e 650 tra collaboratori e agenti. 

Quali saranno le ricadute più immediate del decreto per gli imprenditori? 

Premetto che il mio non è un parere da tecnico. Credo che questo decreto vada verso un irrigidimento dei contratti a termine, e questo per un imprenditore è controproducente. È giusto avere un nocciolo duro di dipendenti a tempo indeterminato, a cui si aggiungono un 10-30% di risorse a termine, indispensabili per accettare commesse che è impossibile rifiutare perché sono delle opportunità.
Che cosa si augura a questo punto dell’iter del decreto?
Posto che è irrealistico che venga abolito in toto, spero almeno nell’abolizione delle causali. Si potrebbe pensare a una diminuzione della durata dei contratti a termine da 36 a 24 mesi, ma senza le causali che costringono invece a chiudere dopo i primi 12 mesi. Il contratto a termine con
causale permette al dipendente di fare causa all’azienda. Se il giudice gli dovesse dare ragione, l’imprenditore dovrebbe pagare 36 mensilità.

Che imprenditore si prenderebbe il rischio?
Quali per lei i contraccolpi più pesanti, lato imprenditore?
L’irrigidimento porterà molti colleghi a riflettere se valga la pena o meno di prendersi il rischio di rispondere a certi appalti, in cui le marginalità
sono ridotte all’osso, ma che permettono alla macchina produttiva di non fermarsi edi continuare a creare benessere e opportunità per i dipendenti.
E lato dipendente?
Dal mio punto di vista i dipendenti saranno meno motivati, soprattutto allo scadere del contratto. E saranno costretti sempre a rimettersi in gioco, con il rischio di rimanere fermi diversi mesi tra la fine di un lavoro e l’inizio di quello successivo. 

Attraverso Piramis Onlus, la fondazione del Gruppo, lei è a contatto con il mondo del non profit, che è stato oggetto di interesse del  decreto Dignità.
Sì, ma nel decreto non c’è traccia del tema welfare, non gli è stata data importanza. Io credo che poter potenziare il welfare all’interno  dell’azienda sia sinonimo di qualità e di attenzione nei confronti dei collaboratori. Sul tema non profit, il governo ha fatto chiarezza su alcune questioni fiscali e ha uniformato altri aspetti, come per esempio gli investimenti, allineando gli enti non profit alle imprese tradizionali. Avendo queste realtà obiettivi diversi, forse sarebbe stato meglio mantenere delle differenze. Mi trovo più allineato con la proroga fino al prossimo gennaio 2019 per la revisione degli statuti e anche con la norma riguardante i dipendenti molto svantaggiati.